La nuova vita dell’equity crowdfunding

startup e innovazione

10 maggio 2016

L’equity crowdfunding in Italia ha un volto nuovo. Con la delibera n. 19520 del 24 febbraio 2016, la Consob ha modificato il Regolamento sulla raccolta dei capitali di rischio tramite portali on-line (delibera n. 18592 del 26 giugno 2013).

La normativa regolamentare italiana, prima al mondo, si era rivelata restrittiva e onerosa, ricevendo una modesta risposta dal mercato. Di qui la modifica al regolamento, in esito ad un iter di consultazione.

Due le parole chiave della nuova disciplina: estensione e semplificazione.

Nell’ambito soggettivo degli emittenti (“offerenti”, come definiti dalla nuova disciplina) sono ricompresi, oltre alle startup innovative, anche le PMI innovative, gli OICR e le società di capitali che investano prevalentemente in startup e PMI innovative.

E’ stato accresciuto di conseguenza il novero degli strumenti finanziari che possono essere offerti tramite portali on-line.

La platea dei soggetti legittimati a sottoscrivere la quota riservata agli investitori istituzionali (pari al 5%) è stata ampliata: sono ricompresi oggi anche i “clienti professionali su richiesta”, ai sensi della direttiva MIFID, e gli “investitori a supporto dell’innovazione”, categoria di nuova definizione.

La disciplina riformata risulta meno onerosa che in passato, inoltre, grazie alle semplificazioni procedurali. Ad esempio, i gestori che soddisfino determinati requisiti organizzativi possono effettuare direttamente la c.d. valutazione di appropriatezza.

L’equity crowdfunding è sempre più appetibile, dunque. Ora tocca alle imprese e agli investitori.

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